TERAMO – Zona a traffico limitato in centro storico: il Comune di Teramo non ha rispettato le indicazioni del Ministero del Trasporti. Ci volevano 30 giorni di prova, che non sono stati dati ai cittadini. Ne è sempre più convinta la consigliera comunale del Pd, Manola Di Pasquale: «L’assessore Di Giovangiacomo ed il sindaco Brucchi, continuano a sostenere che le migliaia di persone contravvenzionate, in questi giorni per accessi non autorizzati nella Ztl sono tutti ‘furbetti’; che alcun errore è stato fatto dal Comune di Teramo, che l’impianto di controllo elettronico è perfettamente funzionate, che sono state fornite le dovute comunicazione ed apposte le giuste segnaletiche». Nulla di tutto ciò corrisponde al vero, secondo Manola Di Pasquale devono essere immediatamente annullare tutte le contravvenzioni e mettere a norma l’impianto che ha indotto in errore molti conducenti che in buona fede si sono ritrovati nella Ztl. A ‘fare i furbetti’ sarebbero proprio solo l’assessore Di Giovangiacomo e il sindaco Brucchi, afferma la Di Pasquale, perchè il Ministero dei Trasporti, «nell’autorizzare l’impianto di rilevazione elettronica degli accessi, avevaimposto al comune di Teramo una serie di importanti prescrizioni proprio per valutare il corretto funzionamento e per non indurre in errore gli utenti». In particolare aveva obbligato a «un periodo di pre-esercizio di durata non inferiore a 30 giorni da realizzare sotto il controllo della Polizia municipale». Viene ben specificato nell’autorizzazione che in tale fase, spiega Manola Di Pasquale, contestualmente all’attivazione degli impianti, i varchi di accesso alla Ztl dovevano essere presidiati dalla Polizia Municipale e le eventuali violazioni alla disciplina di accesso alla Ztl dovevano essere accertate e contestate esclusivamente e direttamente dalla Polizia Municipale presente al varco. Solo al termine di tale fase di di pre-esercizio, il Comune di Teramo, valutati gli esiti della stessa ed adottati gli eventuali conseguenti provvedimenti, poteva procedere con la fase ordinaria; e questo a tutela dei cittadini, «in quanto i controlli servono per prevenire le infrazioni e non far fare cassa da Comuni, come sta avvenendo a Teramo». Il Comune «non ha fatto nulla di tutto ciò e anzi, ritiene di stare nel giusto», recrimina la consigliera comunale Pd.
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